Abstract/Sommario: Nato da una singolare esperienza didattica, questo piccolo volume ne conserva in qualche modo l'aura: le testimonianze che ci trasmette, nel loro linguaggio elementare e quotidiano, sembrano riecheggiare ancora tra i ragazzi che le hanno ascoltate; sembrano portare il segno, la traccia della loro attenzione, della loro incredulità, del loro primo contatto con l'inaccettabile verità dell'orrore assoluto.Gli incontri da cui ha avuto origine questo libro si sono svolti nella primavera del ...; [Leggi tutto...]
Nato da una singolare esperienza didattica, questo piccolo volume ne conserva in qualche modo l'aura: le testimonianze che ci trasmette, nel loro linguaggio elementare e quotidiano, sembrano riecheggiare ancora tra i ragazzi che le hanno ascoltate; sembrano portare il segno, la traccia della loro attenzione, della loro incredulità, del loro primo contatto con l'inaccettabile verità dell'orrore assoluto.Gli incontri da cui ha avuto origine questo libro si sono svolti nella primavera del1992, per iniziativa del Provveditorato agli studi di Milano e dell'Associazione Donne Ebree d'Italia. In cinque istituti secondari superiori di Milano e dell'hinterland milanese tre testimoni sopravvissuti ad Auschwitz - Goti Bauer, Liliana Segre, Nedo Fiano - raccontarono allora agli studenti quello che avevano visto e subìto, dal viaggio verso il lager nei carri bestiame, all'accoglienza del sorridente e gentilissimo dottor Mengele, infaticabile nel convogliare deboli e malati verso la camera a gas; dalle mille umiliazioni e sofferenze di una quotidianità dominata dal sadismo degli aguzzini, all'atroce certezza che da Auschwitz non si usciva se non 'durch den Kamin', dal camino del crematorio sempre sormontato da una nuvola di spesso fumo maleodorante. Nulla di inedito in questi racconti rispetto a quanto ha già divulgato la vasta memorialistica sulla shoah e più in generale sul mondo concentrazionario: eppure ogni singola voce di testimone - con la sua accentuazione, con le sue sfumature, con il suo timbro peculiare - merita di essere ascoltata per se stessa, per quel che ha in sé di irripetibile, per quell'unicità che i nazisti cercarono freneticamente di cancellare sostituendo ai nomi degli internati il numero tatuato sul braccio sinistro. Ognuna delle voci che racconta Auschwitz in questo piccolo volume è inconfondibile: la misteriosa serenità diGoti Bauer - una donna che sembra aver attinto dalla sofferenza la più alta saggezza che sia dato immaginare - è differente dallo stupore di Liliana Segre che, deportata a quattordici anni, ci trasmette intatta la sua incredulità di allora davanti all'indicibile; la dirompente comunicativa di Nedo Fiano ha una propria immediatezza al cui impatto è difficile sottrarsi. Alle testimonianze rese da Bauer, Segre e Fiano nelle scuole milanesi è stato aggiunto in questo volume un testo in cui i tre sopravvissuti hanno riconosciuto moltissime consonanze con i propri ricordi: una scelta dal "Dizionario del lager" di Oliver Lustig, che Goti Bauer ha tradotto dall'ungherese. Completa l'opera una "Bibliografia essenziale sulla shoah", utilissimo punto di partenza per ogni esperienza didattica che voglia prendere le mosse da queste pagine. È forse troppo ovvio insistere sull'importanza di questo tipo di lavoro, su quell'"imperativo morale e civile" della memoria che Claudio Facchinelli presenta con parole efficaci nelle sue pagine introduttive; imperativo che giustamente, come sottolinea nella sua bella prefazione Alessandro Galante Garrone, accomuna per noi Auschwitz a Hiroshima. Ma forse non è superfluo, se riflettiamo su una frase che spicca nella testimonianza di Goti Bauer: "L'ignoranza è il brodo di coltura in cui le teorie di revisionisti e negazionisti trovano facile terreno per proliferare"